“Tra poche migliaia di anni l’Homo Sapiens sarà scomparso. La causa sarà, almeno in parte, un debito scaduto da tempo. Il frammento di habitat occupato dall’umanità corrisponde all’intero pianeta, e gli esseri umani lo hanno reso sempre meno abitabile. Ma la ragione principale sarà un’altra, e cioé l’incapacità di raggiungere la soglia di sostituzione che garantisce il ricambio generazionale. Dopo che avrà raggiunto il picco, forse nel corso di questo secolo, la popolazione terrestre diminuirà ed entro il 2100 scenderà al di sotto dei livelli odierni. Anche se dovesse fare molto per rimediare ai danni arrecati alla Terra, l’umanità ha davanti a sè non più di qualche migliaio, al massimo qualche decina di migliaia di anni”.
Henry Gee. Brevissima Storia della Vita sulla Terra.
Come tutti gli esseri viventi anche noi, Sapiens, ci estingueremo, è solo questione di tempo. Non è Nostradamus a dirlo, ma la scienza. Quello che succede ora è che stiamo accelerando un pochino questa corsa verso il baratro con una distruzione eccessiva del nostro habitat. La specie umana non è mai stata così numerosa, in mezzo secolo è raddoppiata arrivando a 7.9 miliardi di persone, eppure non siamo mai stati così fragili. In balia del primo virus o di una inondazione ci sentiamo il mondo cadere addosso e ci malediciamo perché non siamo riusciti a prevenire. La Natura non si fa dominare da una specie, non è mai successo e mai succederà.
Spesso mi capita di riflettere sulla questione dell’emergenza climatica, non voglio essere negazionista e neppure di quelli che dicono “tanto morirò prima e quindi chissenefrega”. Ce l’ho con chi sfrutta le paure collettive, dal fondamentalismo islamico, la pandemia o il riscaldamento globale per trarre un profitto economico o politico, per esempio per ottenere consenso. Il green washing delle multinazionali per vendere i lori prodotti, le agende ecologiche dei partiti politici per ottenere voti…tutti sono diventati “ecosostenibili”. Forse l’unica industria che ancora ignora gli impegni a favore di un “Pianeta più verde” è l’industria bellica, in questo momento fiorente più che mai.
Il primo capitolo del bel libro di Gee, citato sopra, si apre con una “linea del tempo” della vita dell’Universo, nato (non si sa da dove) 14 miliardi di anni fa. Come è noto Sapiens fa la sua comparsa solo recentemente, circa 300 mila anni fa, mentre le prime tracce di vita risalgono a 4.6 miliardi di anni fa. Prima erano membrane schiumose in fondo agli oceani ribollenti per l’intensa attività sismica e poi grazie alla luce solare questi antenati delle cellule si sono evoluti in batteri, pià precisamente in cianobatteri capaci di attuare quel processo miracoloso chiamato fotosintesi. I cianobatteri sono sopravissuti per 3 miliardi di anni e ancora oggi sono parte del plancton. Le cellule batteriche sono la forma di vita più resiliente e numerosa, nel nostro corpo ci sono più germi che cellule.
Ma il punto scioccante di questa cronologia dell’Universo è la parte futura. All’incirca tra un miliardi ci sarà “l’estinzione della vita sulla Terra“. Avete letto bene, la vita cesserà di esistere gradualmemte per via dell’aumentato potere del Sole e del declino della CO2. E’ infatti l’anidride carbonica con il suo “effetto serra” che impedisce alla Terra di congelare, di entrare in una delle tante ere glaciali. Paradossalmente quindi l’inquinamento contribuisce a rallentare la prossima glaciazione. La nuova ondata di freddo, prevista tra qualche milioni di anni, spazzerà via tutti i mammiferi e poi le piante. Rimarranno forme di vita nel sottosuolo, batteri come i nematodi, che oggigiorno infestano specie animale e vegetale e questi organismi saranno gli ultimi ad assistere alla “morte” per vecchiaia della Terra.
Non è un happy end, anzi è piuttosto una tragedia la storia dell’umanità. Ma proprio questo ci dovrebbe far riflettere sul breve passaggio sul nostro pianeta e sull’arroganza dei Sapiens nei confronti degli altri co inquilini. Termino citando l’epilogo della Brevissima Storia della Vita sulla Terra: “E che cosa lascerà dietro di sé il genere umano? In rapporto alla durata della vita sulla Terra, niente. Tutta la nostra storia così intensa eppure così breve; tutte le guerre, le opere letterarie, i principi e i dittatori nei loro sontuosi palazzi; tutta la gioia, la sofferenza, gli amori, i sogni e le conquiste, non lasceranno che una traccia spessa pochi millimetri in qualche futura roccia sedimentaria che, a sua volta, diventerà polvere e si depositerà sul fondo dell’oceano”.
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